Questa cava è uno dei primi esempi di escavazione in galleria: nel primo tratto è stata utilizzata la stesse tecnica impiegata per il traforo del Sempione, che consiste nel forare quattro gallerie vicine, conservando il diaframma di roccia che le separa e che verrà abbattuto in seguito: la galleria più grande serve da ingresso.
L’ingresso immette in una galleria artificiale con la volta e le pareti rivestite dal materiale di escavazione. Lungo la galleria a sinistra e a destra si osservano i camini che servivano per il ricambio d’aria e per lo scarico del cocciame di scarto dei livelli superiori.
Le nicchie murate che si incontrano avanzando nella galleria ad un’altezza di circa un metro dal suolo consentivano di caricare i materiale di scarto direttamente sui carrelli che scorrevano su rotaia fino all’esterno.
Più avanti troviamo nicchie più ampie dove era collocato l’argano: notiamo di fronte alle nicchie il sostegno per il fissaggio della carrucola di rinvio e al centro della volta il gancio per sospendere la carrucola stessa.
Queste nicchie si incontrano ad intervalli regolari perché l’argano veniva man mano spostato per l’avanzamento dei lavori.
Prima di entrare nel grandioso salone di estrazione i suoni del nostro incedere si modificano: se osserviamo le pareti della galleria noteremo che ci troviamo in un tratto di galleria scavato in roccia, probabilmente per precauzioni di stabilità. Alla nostra sinistra un camino naturale di ventilazione.
Abbiamo percorso circa 200 mt. di galleria quando ci affacciamo sul salone di estrazione (lungo circa 50 mt): il pregio del prezioso materiale ? esaltato dalla grandiosità delle pareti di marmo che si aprono al nostro sguardo.